DIVENTARE APICOLTORE – Veca è anche responsabile didattico del primo portale italiano dedicato all’apicoltura in un contesto urbano, ossia apicolturaurbana.it. Sul sito si cerca di aiutare chi vuole cimentarsi, soprattutto per hobby, in questa attività e si sfatano alcuni falsi miti, come il fatto che il miele prodotto sia inquinato dall’aria della città, che le api siano pericolose per chi voglia gestire un alveare o per i vicini di casa ma, allo stesso tempo, anche che sia possibile tenere le api sul balcone. Si spiega tutto quello che serve per iniziare (fornendo un vero e proprio kit, oltre alle video guide) e si danno molti suggerimenti, promuovendo un’apicoltura per hobby. “Posizionare un’arnia sul balcone di un condominio – si legge infatti sul sito – non è una buona idea”. A meno che non si tratti di un tetto, suggeriscono gli esperti, la posizione migliore è “un giardino sufficientemente ampio che rispetti le distanze minime. Inoltre è sempre bene informare della tua iniziativa i tuoi vicini di casa”. In media, uno sciame di api costa dai 90 ai 120 euro, dipende dal numero di api, da periodo località e da eventuali certificazioni. “Con una corretta conduzione dell’alveare – spiega il portale – in media si può produrre da un minimo di 10 a un massimo di 30 chilogrammi per famiglia di api”. A disciplinare le regole per la salvaguardia sanitaria e la sicurezza dell’attività è la legge 313 del 24 dicembre 2004. Per chi vuole iniziare, poi, è necessario richiedere la registrazione dell’apiario all’Ufficio veterinario Asl di competenza territoriale.